Ristoranti, Stelle Michelin

La Buca: stella Michelin sul Porto Canale a Cesenatico

27 Settembre 2021
la buca a cesenatico

Cesenatico, così come tutta la Riviera Romagnola, fa rima con estate italiana. Spiagge enormi, folle di turisti abbronzati, pesce fritto e vita notturna. In tutto questo quadro vivente che si può osservare sul Porto Canale di Cesenatico, c’è un angolo di pace distaccato dal caos, in cui il mare e l’autentica tradizione dei pescatori romagnoli è celebrata: il ristorante La Buca, una stella Michelin, affidato alle sapienti mani dello chef Gregorio Grippo.

Cesenatico è una cittadina molto particolare: il Porto Canale la taglia a metà, ma colora con il suo aspetto caratteristico il paesaggio. I pescherecci, all’ora di pranzo, ormeggiano placidi mentre i turisti sciamano sulle sponde opposte del canale. Il mare è vicino, penetra le narici con la sua salsedine, invita a sedersi e mangiare del buon pesce.

La scelta, in una città che propone una ragguardevole scelta di ristoranti fine dining, ricade sulla Buca, ristorante della famiglia Bartolini (che possiede altre insegne interessanti in città) e affidato allo chef Gregorio Grippo, al comando di una squadra di cucina giovane e capace.

L’interno del ristorante è in netto contrasto con l’esterno. Se sul Porto Canale domina il brusio della folla e mille colori saettano di fronte agli occhi, dentro alla Buca il dolce silenzio è assoluto signore e i toni del blu e del grigio donano grande eleganza a tutto l’ambiente.

ristorante la buca a cesenatico

A La Buca gustiamo il Mare Adriatico

La cucina a vista stimola sempre le nostre papille gustative e alza l’attesa per i piatti che ci verranno presentati. Il menù comincia con un omaggio allo street food, un immaginario legame tra la Cesenatico più turistica e il ristorante stellato. La palamita in olio cottura, con maionese di colatura di alici e pomodoro è inserita in un morbido panino da gustare in un paio di morsi per un frizzante inizio.

panino di palamita

Segue nel menù un piatto in cui delicatezza e dolcezza sono protagoniste. Su una soffice spuma di zucchine sono adagiati canestrelli (simili alle capesante) e cannolicchi, e il piatto è completato da fiori di zucca e una nappatura di salicornia. I due molluschi, teneri e dal gusto pieno, sono ancora più esaltati dalla zucchina di sottofondo e spingono in alto le note del piacere palatale.

spuma di zucchine con canestrelli e canolicchi

Non cambia registro il primo, dei paccheri con ripieni di San Pietro e strigoli (erba spontanea romagnola), conditi con una spuma alla mugnaia, crema di porri e olio di pomodoro. Un piatto esplosivo, passionale, ma delicato, che si lascia apprezzare per tecnica e gusto.

paccheri alla mugnaia

La degustazione prosegue con il soaso, un pesce a noi sconosciuto e che ci ha letteralmente folgorato grazie alla bontà delle sue carni pregiate. Viene pescato sul fondale sabbioso e ha un aspetto simile al rombo, in cucina viene lavorato con cura: leggermente scottato e poi finito al forno. Servito con un purè di patate profumate al levistico, funghi finferli in due consistenze e completato da una cialda fatta con saggina e nero di seppia. Piatto spettacolare che chiude il percorso salato con grande raffinatezza.

soaso con purè di patate e funghi

I dolci, e non usiamo il plurale a caso perché il pre-dessert potrebbe, per bontà e lavorazione, essere benissimo considerato un fine-pasto, chiudono il menù in freschezza.

Si parte con un sorbetto alla pesca bianca aromatizzato all’eucalipto, con alla base cremoso alla vaniglia, confettura di pesche, crumble al carbone vegetale e, tocco di classe sopraffina, l’acqua ai litchi che lega tutti gli elementi in un mare zuccherino.

sorbetto alla pesca e acqua ai litchi

La conclusione è affidata ad un trionfo della mandorla. Un pan di spagna al rosmarino fa da base ad una quenelle di gelato allo yogurt, ai loro fianchi sfere al fico caramellato e sfere di cremoso alla mandorla, su cui sono poste delle cialde di mandorla. Completano il piatto lamelle di mandorle fresche e latte di mandorla. Se, come noi, adorate la mandorla, questo dolce vi proietta nel Paradiso gastronomico in un battibaleno.

rosmarino e mandorle

Prezzi e considerazioni su La Buca

Alla Buca, come da slogan del ristorante stesso, si gusta “il mare nella sua essenzialità“. La cucina di chef Grippo non si lancia in voli pindarici, ma rimane ancorata alla tradizione del mare Adriatico, accompagnando il cliente dagli scogli fino al fondale con un menù marino che vuole portare in tavola anche pesci meno noti.

L’atmosfera è molto rilassante, accoglie il cliente in un contesto ideale per permettergli di gustare una cucina estremamente piacevole. Un tocco fine esalta i prodotti che il mare dona, abbellendoli nelle presentazione e arricchendoli nel gusto.

Il menù che abbiamo gustato è una proposta al buio, molto agevole per un lunch, composta da 5 portate al prezzo di 50€. In accompagnamento una sobria degustazione da 3 calici, in cui ci ha molto colpito l’Albana Passita del Podere La Berta abbinata al dolce.

Grazie a questo ottimo pranzo la Romagna si è arricchita di un’altra gustosa tappa con cui frammezzare i nostri viaggi su e giù per l’Italia. Alla Buca torneremo molto volentieri per godere, ancora, del piacere del mare.

Piccole info su La Buca:

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